Comunicato, del 20.11.2014, della Giunta dell´Unione Camere Penali in tema di prescrizione
“…Se davvero si vuole che i processi non siano eterni, che le vittime dei reati siano risarcite in tempi ragionevoli, e che gli imputati stessi siano giudicati e scontino le relative pene in epoca possibilmente prossima ai fatti, occorre che l´istituto della prescrizione non venga stravolto. Compito della politica e´ di resistere alle sollecitazioni della cronaca e non di trasformare in improvvide riforme l´onda d´urto dell´emozione collettiva…”
“…Accusare la prescrizione, in quanto istituto sostanziale, della fine infausta del processo Eternit significa attribuirne l´esito non alla patologia (la irragionevole durata di quel processo) bensi´ al suo possibile rimedio. Siamo, infatti sicuri che una modifica dell´attuale regime, nel senso ipotizzato dai DDL all´esame del Parlamento, comporterebbe un assurdo allungamento dei tempi processuali. Da tempo i riformatori piu´ illuminati insistono piuttosto nel segnalare la necessita´ di diminuire il numero dei processi, operando piuttosto su di una ragionevole forma di discrezionalita´ dell´azione penale, su di una forte depenalizzazione, sul cd. codice penale minimo…”
“…Se non vi e´ dubbio che il numero delle prescrizioni deve essere assolutamente abbattuto e che l´esito prescrizionale e´ segno di un fallimento della macchina processuale, e´ anche vero che i processi non possono essere eterni. In un paese come il nostro, di modeste risorse e di scarsa vocazione all´efficienza, una volta caduto il dispositivo prescrizionale, i processi languirebbero negli armadi e nessun meccanismo risarcitorio, di quelli allo studio del Parlamento, potrebbe mai restituirgli dignita´…”
Comunicato, del 20.11.2014, della Giunta dell´Unione Camere Penali in tema di prescrizione