Delibera stato di agitazione UCPI e convocazione Consiglio Presidenti 13-14 marzo‏

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Delibera stato di agitazione UCPI e convocazione Consiglio Presidenti 13-14 marzo‏

Si allega la Delibera dello Stato d´agitazione lo stato di agitazione dei penalisti italiani sui temi della riforma della prescrizione e del sistema penale processuale e sostanziale, nonché l´ordine del giorno del Consiglio delle Camere Penali per le giornate di venerdì 13 marzo e sabato 14 marzo 2015.

“La Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane
PREMESSO
Che nei disparati e disomogenei interventi di riforma del sistema penale, sostanziale e processuale, non è possibile cogliere alcun disegno politicamente coerente e rispondente alle reali esigenze da noi da tempo segnalate. Che appaiono inaccettabili le modalità attraverso le quali tali riforme si fanno strada solo in virtù dell’emergere mediatico di singoli casi giudiziari, nella cui eco appare di volta in volta assolutamente imprescindibile abolire o allungare i termini di prescrizione, triplicare le pene edittali di questo o quel reato, abolire o ridurre i mezzi impugnazione. […]

[…] Che in questo contesto finisce con il prevalere una sorta di “demagogia dell’urgenza” che induce il Parlamento e il Governo a prendere decisioni improvvide in questa delicatissima materia, sebbene alcun dato statistico segnali la esistenza di una qualche reale emergenza, così come si rileva dalla stessa documentazione allegata ai progetti di legge in data 13 giugno 2014, fornita all’UCPI in occasione dell’audizione alla Commissione Giustizia della Camera, dalla quale emerge che “i procedimenti che si concludono con la prescrizione sono in costante calo, essendosi passati dalle circa duecentosettemila pronunce di prescrizione dell’anno 2003 alle circa centotredicimila dell’anno 2012”. […]

RILEVATO
Che l’insistenza delle Procure nel richiedere l’allungamento dei termini di prescrizione è evidentemente determinata dal desiderio di mantenere una assoluta discrezionalità nel trattare i procedimenti nel corso di tale fase, in considerazione del fatto che oltre il 70 % delle prescrizioni matura nel corso delle indagini.

CONSIDERATO
Che occorre pertanto ribadire le valutazioni negative già espresse con il Comunicato in data 9 marzo 2015, redatto e pubblicato all’indomani della diffusione delle notizie circa i modi con i quali si è inteso procedere ad una inopinata accelerazione sulla riforma della prescrizione, al di fuori di ogni effettiva e ponderata valutazione della materia e dei possibili risvolti negativi sulla tenuta dell’intero sistema. Che occorre ancora una volta rilevare il problema politico di un Governo “smentito” in corso d’opera dalla elaborazione di una proposta del tutto diversa e divergente da quella originariamente elaborata e discussa, il che appare come un evidente cedimento della politica alle richieste delle Procure (e non dell’Europa) quasi a “bilanciare” l’approvazione del disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati.
Che, al di là di ogni obiezione ideologica, appare necessario porre in evidenza che intendere la prescrizione come una malattia del sistema è assolutamente errato e conduce ad esiti paradossali, in quanto in realtà l’eccessivo peso della prescrizione non è la malattia ma il sintomo di una patologia di natura strutturale che ovviamente trova spiegazione in una serie di carenze del sistema processuale ed in una serie di ritardi relativi all’attuazione di ben altre riforme del sistema penale, sostanziale e processuale.
Che, pertanto, modificare la prescrizione, allungandone indiscriminatamente i termini, non solo non risolve il problema, ma aggrava ulteriormente la patologia in atto.
Che, in particolare, l’ipotizzato allungamento dei termini di prescrizione avrà la evidente conseguenza di allargare sempre più la distanza temporale dal fatto al giudicato, per cui non solo gli imputati, ma anche le persone offese dovranno attendere tempi lunghissimi prima di vedere risolta la propria posizione processuale, con danni umani, psicologici, patrimoniali e di immagine assai rilevanti. […]

[…] Che l’impegno del Governo e del Parlamento dovrebbe concentrarsi nel rendere perentori alcuni termini processuali, nell’eliminare le disfunzioni organizzative, già da noi abbondantemente segnalate (vd. ricerca Eurispes nella quale abbiamo indicato le ragioni vere della eccessiva durata dei processi), che rendono irragionevolmente lunghi i processi, e nell’approvare tempestivamente le necessarie modifiche al sistema penale sostanziale e processuale, da sempre da noi indicate come rimedio indispensabile per rendere ragionevole la durata dei processi. […]

SOTTOLINEATO
Che sebbene la Relazione al DDL esordisce con un richiamo esplicito alla “esigenza di recuperare il processo penale ad una durata ragionevole” come “condizione essenziale” e di “tipo oggettivo” dell’attuazione del “giusto processo” (p. 1), sottolineando altresì come le proposte di modifica della normativa penale sia sostanziale che processuale, conseguentemente volte alla realizzazione di una “maggiore efficienza del sistema”, verranno a realizzare “il mantenimento se non anzi il rafforzamento, delle garanzie dei diritti, specialmente dell’imputato” (Id.), le proposte modifiche della prescrizione finiscono decisamente con il mortificare tali declamati obiettivi. Che, nel loro complesso, le modifiche previste dal DDL e volte al recupero di “efficienza”, per mancanza di sistematicità, in alcun modo producono un simile effetto e al tempo stesso appaiono del tutto inadeguate al fine di realizzare la promessa attuazione del “giusto processo”, che non può essere attuata al di fuori di un effettivo rafforzamento delle garanzie della funzione difensiva (che costituisce l’unico reale ed effettivo incremento delle “garanzie dell’imputato”), attraverso la non più derogabile riforma dell’art. 103 c.p.p. […]

DELIBERA
lo stato di agitazione dei penalisti italiani sui temi della riforma della prescrizione e del sistema penale processuale e sostanziale, riservandosi le necessarie ulteriori iniziative.

DISPONE
l’invio della presente delibera al Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Giustizia, ai Presidenti delle Camere, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento.

Roma, 12 marzo 2015

Il Segretario Avv. Francesco Petrelli
Il Presidente Avv. Beniamino Migliucci

Documento Ordine del giorno Consiglio delle Camere Penali

Delibera stato di agitazione