Avv. Giuliano Bonizzato – Separazione delle carriere. Quei bambini avevano risolto il problema”

Astensione dalle udienze proclamata dal Coordinamento Regionale delle Camere Penali per i giorni 13 e 14 Luglio
1 Luglio 2016
Assemblea Straordinaria 12 Settembre 2016
6 Settembre 2016

Lunedì  11 luglio 2016

LA VOCE DI ROMAGNA

CRONACHE MALATESTIANE

Separazione delle carriere. Quei bambini  avevano risolto il problema.

Giuliano Bonizzato

I due malcapitati bambini che  noi del “Campo”avevamo catturato  (con contestuale sequestro del pallone col quale stavano giocando) provenivano da Viale Mantegazza, come da loro stessi confessato. Sostenevano peraltro di non far parte della omonima banda, con la quale noi eravamo costantemente in guerra, a difesa del nostro territorio: una vasta area fabbricabile che si estendeva da Viale Cormons a Viale Trieste. Ci trovavamo di fronte a un caso piuttosto insolito. Infatti di solito  i mantegazziani venivano fatti  prigionieri durante le  battaglie, processati, condannati e, prima del rilascio, fustigati  con una leggera canna da fiume eseguita sempre dal medesimo bambinetto presentatosi subito come (unico) volontario: Iaia, (otto anni),  così soprannominato  per la sua abitudine di gridare “Iah…Iah…” ad ogni frustata inflitta sulle spalle nude delle vittime legate a un fico ai bordi del Campo Trieste. Supplizio del tutto simbolico, data la sostanziale innocuità dello strumento e la debolezza dell’esecutore,  inteso pertanto  ad umiliare più che a far male, anche se il modello era preso dai film sui pirati visti al cinema dei Salesiani di Piazza Tripoli. Qualche Mantegazziano, per la verità, veniva anche risparmiato, soprattutto se si era battuto lealmente (lotta, pugni  niente  calci né oggetti contundenti)  o non aveva fatto resistenza alla cattura.

 A rappresentare l’accusa, c’era sempre lui, Fulvio, un  dodicenne alto e magro,severo  custode delle Regole non scritte del Campo. Nessuno gli aveva conferito questo incarico. Lui aveva deciso così e a noi andava bene. E anche in questa particolare circostanza Fulvio si dimostrò inflessibile. Non c’era alcuna prova –  affermò- che quei due non facessero parte della Banda rivale  e, in ogni caso, alla violazione doveva comunque conseguire una condanna che fosse d’esempio per tutti. Altrimenti  prima o poi saremmo stati invasi  anche dai bambini dei villeggianti svizzeri o tedeschi!  Io e Giovanni (che ci eravamo autonominati  come al solito difensori d’ufficio ) sostenemmo invece    l’attendibilità  delle giustificazioni  degli imputati, due fratelli di Bologna che, trasferitisi  da poco a Rimini con la famiglia dovevano essere creduti proprio perché avevano candidamente ammesso di abitare in Viale Mantegazza, evidentemente ignorandone la situazione di conflitto con noi di “Campo Trieste”. Il Processo si svolse alla presenza di una trentina di  bambini seduti in circolo  per terra. A decidere, dopo essersi consultato con i più grandicelli, fu, naturalmente,  Giorgino. Di media statura, cicciottello, tredici anni, padre insegnante di latino e greco al Liceo Giulio Cesare, sereno ed equilibrato, il ruolo di  Giudice  gli era stato riconosciuto spontaneamente, da tutti, senza che lui si fosse sognato di chiederlo. La sua sentenza fu, come al solito, equa. I due fratelli vennero lasciati liberi ma senza il pallone. Che, peraltro,gli sarebbe stato restituito una volta accertato il loro effettivo  recente trasferimento a Rimini. In difetto ce lo saremmo tenuto noi  come preda di guerra.

Questi ricordi mi sono tornati alla mente in un lampo durante il secondo Open Day dell’Unione Camere Penali tenutosi  recentemente a Rimini quando, in merito alla separazione delle carriere dei Magistrati, uno dei  relatori ha citato il parere di Giovanni Falcone. Il quale, nel  1991 (un anno prima di cadere vittima della Mafia) sostenne che le figure del Giudice  e del PM dovessero essere  “differenziate in quanto non solo sono diverse le loro funzioni ma anche il loro habitus mentale…” E’ stata proprio la parola “Habitus” (tendenza, predisposizione) ) a risvegliare in me, attraverso quel tuffo nel passato, la convinzione che le “tendenze naturali” a ricoprire esclusivamente i rispettivi “ruoli” si manifestino sin  dall’Infanzia. Rendendomi anche conto di un importante particolare sul quale, per  la verità, non avevo mai concentrato la mia attenzione.

E cioè che mentre Accusatori e  Difensori si erano “proposti”, il Giudice era stato “scelto”.

Avv. Giuliano Bonizzato – Separazione delle carriere. Quei bambini avevano risolto il problema